Salute

Calvizie, un problema psicologico con ripercussioni nella vita di tutti i giorni

calvizie-rimediIl modello di riferimento resta sempre Bruce Willis, icona di “mascolinità” che prescinde dai capelli: ma non basta sapere che la maggioranza degli uomini va incontro alla caduta dei capelli per stare sereni e non preoccuparsi, anzi…

Anche nella recente campagna pubblicitaria girata in Italia, Bruce Willis appare come il modello di mascolinità cui la donna non riesce a resistere. Il suo tratto distintivo, ormai da decenni, sta nel look grintoso e poco curato, che parte da un cranio praticamente “pelato”. E i bold men ad Hollywood e nello show business sono davvero tanti, basti pensare a Samuel L. Jackson, Vin Diesel, Stanley Tucci, Dwayane Johnson (The Rock), al celeberrimo modello Tyson Beckford o a sportivi del calibro di Michael Jordan, il re del basket. Eppure, nonostante questi esempi famosi, perdere i capelli non è mai una fase di serenità, anche se si stima che la calvizie maschile colpisca un quarto degli uomini sui 30 anni e quasi i due terzi di quelli di età vicina ai 60 anni.

Sotto choc. Molto dipende anche dall’età alla quale iniziano a manifestarsi i primi sintomi e dalla velocità con cui procede l’evoluzione del fenomeno. Il trauma più acuto si definisce “sindrome di Sansone”, e ricorda da vicino, appunto, l’episodio biblico del nerboruto giudice ebreo che traeva forza (anche simbolica) proprio dai capelli: a causa del diradamento della chioma, chi ne soffre si trova all’improvviso costretto a reinventare il proprio aspetto e la propria personalità, con conseguenze psicologiche molto forti. In genere, comunque, si può dire che circa il 25 per cento delle persone interessate dalla calvizie vive una fase iniziale di “negazione” (del problema e della sua gravità), cui segue la comparsa dell’ansia e la cosiddetta distorsione dello schema corporeo. In molti, infatti, percepiscono la perdita dei capelli come un segnale di minore attrattività, che rischia di sfociare in un vero e proprio stato depressivo e nella incapacità di accettare la nuova immagine di sé.

Prime reazioni. La fase successiva è quella della ricerca della soluzione “salvifica” in grado di arrestare la perdita o addirittura di far ricrescere la chioma. Si parte da “semplici” consigli a medici, dermatologi oppure parrucchieri e farmacisti, per arrivare poi ai metodi più o meno “scientifici” come metodi e prodotti anticaduta, come lozioni rinforzanti, farmaci specifici e cure topiche.

La diffusione dell’autotrapianto… e i suoi contro. Quello che attualmente si sta imponendo come strategia di impatto è l’autotrapianto di capelli, ovvero il prelievo di capelli sani da zone determinate della testa del paziente che vanno innestati nelle aree in cui la calvizie ha prodotto i suoi effetti. Si tratta di una tecnica chirurgica molto utilizzata in tutto il mondo e ben collaudata, che dà risultati estetici significativi, ma che purtroppo non risolve il problema in modo completo, innanzitutto perché non va a incidere sulle cause che originano la calvizie. Ovvero, non arresta l’alopecia, la patologia che indebolisce i capelli e li fa cadere, e che ha una lenta progressione (e dunque si può ripresentare successivamente al trapianto). Nonostante i costi elevati e le lunghe sedute di trattamento, dunque, l’autotrapianto rischia di divenire solo uno stratagemma temporaneo per coprire il problema.

Il supporto della scienza. Bisogna dunque adottare un approccio differente, che individui la strategia giusta per affrontare e curare la patologia che ha innescato la problematica. È quanto si propone di fare la cosiddetta medicina rigenerativa avanzata, innovativa tecnica messa a punto dai laboratori, che si basa sull’utilizzo delle cellule staminali e sulla rigenerazione, appunto, delle cellule della zona del bulge che risveglieranno così i follicoli: in pratica, l’obiettivo è aiutare il cuoio capelluto a ritornare sano.

Come viene spiegato sulla pagina di riferimento del sito www.trapiantodeicapelli.info, la tecnica non ha effetti collaterali, viene eseguita in una sola seduta e il paziente viene preliminarmente sottoposto ad analisi e approfondimenti sulle cause che alimentano l’alopecia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.